Perché vuole lavorare per la nostra azienda?

Per rispondere a questa domanda la peggior cosa che possiamo dire è una banalità, qui inizia il colloquio vero e proprio e dare una buona risposta a questa domanda farà capire al nostro interlocutore quanto abbiamo “investigato” in merito all’azienda che ci ha contattato. Grazie alle nostre ricerche potremo sapere se l’azienda è coinvolta in attività nelle quali ci piacerebbe lavorare o verso le quali sentiamo di poter apportare qualcosa a livello professionale, così che partendo da questa base di informazioni sarà più semplice rispondere alla domanda “perché vuole lavorare per la nostra azienda?”, fornendo motivazioni pratiche e con una base reale, non la solita frase fatta che non ci differenzierà dagli altri candidati.

Ovviamente cercheremo di “modellare” le nostre risposte in base a quella che è l’attività principale dell’azienda, per cui se stiamo partecipando ad un colloquio per un’organizzazione finanziaria, cercheremo di concentrare in quella direzione i nostri interessi e motivazioni.

Se ci accorgiamo che dobbiamo inventare di sana pianta una risposta a questa domanda e che per esempio abbiamo chiaro che realmente non ci interessa il settore nel quale opera l’azienda, la cosa migliore (anche in tempo di crisi, credetemi!) è quella di rendersi conto che non dovremmo perdere il nostro tempo (e quello del nostro interlocutore) in un colloquio per ottenere un lavoro che no nci interessa e che difficilmenet ci soddisferà professionalmente.

È importante anche per questo cercare di raccogliere quante più informazioni possibili sull’azienda, in modo da non venir collocati in una posizione nella quale non renderemmo al 100%: è importante ricordarsi che l’obiettivo è trovare un lavoro soddisfacente, non solo lavorare perché è necessario farlo.

Cosa sa della nostra azienda?

Anche questa domanda è abbastanza comune e potrebbe essere una di quelle che “aprono” un colloquio, del resto è normale che la persona che si occupa della selezione del personale voglia sapere qual’è il nostro livello di conoscenza dell’azienda, del suo core business e di conseguenza di quello che potrebbe essere il nostro ruolo all’interno della stessa.

Non è da escludere che a seguito di questa domanda sarà la stessa persona di risorse umane a farvi un breve riassunto della filosofia aziendale, ma è sempre buona abitudine documentarsi prima dle colloquio ed arrivare pronti per evitare di cadere su questa facile domanda. Internet è la risorsa alla quale rivolgersi per ottenere le informazioni necessarie, partendo magari proprio dal sito ufficiale dell’azienda e approfondendo (anche solo attraverso di Wikipedia) quei termini con i quali non abbiamo familiarità, così da dare non solo l’ottima impressione di essere arrivati preparati al colloquio, ma anche di dimostrare un interesse concreto verso quella azienda specifica, cosa che potrebbe lusingare il nostro interlocutore o comunque impressionarlo favorevolmente.

Torna alle 25 domande più classiche in un colloquio.

Mi parli di Lei / Si racconti / Raccontami di te

Molto spesso questa è la domanda tipica con la quale si inizia un colloquio di lavoro. Quando dovrete rispondere cercate di fare attenzione a non parlare troppo e a non uscire fuori tema, parlando di cose che poco hanno a che fare con la situazione nella quale vi trovate: un colloquio di lavoro. Limitiamoci dunque a fornire informazioni generali su di noi e sulla nostra traiettoria professionale. Per rispondere a questa domanda bisognerebbe impiegare non più di uno, massimo due minuti, un tempo sufficiente per coprire quattro temi basici: personalità, studi effettuati, esperienze lavorative anteriori e attuale situazione lavorativa. Bisogna inoltre tenere in conto che questa si può definire una “domanda di riscaldamento”, per cui non sentite l’ansia di dover raccontare tutto e subito, ci sarà tempo nel corso del colloquio per approfondire i vari temi qui solamente accennati.

 Leggi le altre 25 domande e risposte tipiche di un colloquio.

25 domande e risposte per un colloquio di lavoro

Inauguro oggi questa nuova sezione nella quale si pubblicheranno una selezione di 25 domande che normalmente vengono poste dal personale di risorse umane durante un colloquio di lavoro, fornendo inoltre indicazioni du come rispondere ad ognuna di queste domande e dare così una buona impressione al nostro interlocutore.

Ecco alcune delle domande più comuni che vi verranno rivolte dal personale di risorse umane nel corso di un colloquio di lavoro:

  1. Mi parli di Lei / Si racconti / Raccontami di te
  2. Cosa sa della nostra azienda?
  3. Perché vuole lavorare per la nostra azienda?
  4. Che cosa può apportare /offrire rispetto ad un altro candidato?
  5. Che cosa la attrae maggiormente di questo lavoro? Cosa invece trova meno attraente?
  6. Perché dovremmo offrirti il posto di lavoro?
  7. Che cosa cerchi dal tuo lavoro?
  8. Potresti descrivere il posto di lavoro per il quale ti stai candidando?
  9. Quanto tempo impiegheresti per svolgere un’attività che apporti grande valore all’azienda?
  10. Quanto tempo pensi di restare in questa azienda?
  11. Il tuo curriculum vitae fa pensare che sei sopra-qualificato per questo ruolo. Che ne pensi?
  12. Qual’è la tua forma di gestire le cose?
  13. Sei un buon capo? Hai mai avuto esperienza in gestione?
  14. Quali caratteristiche cerchi in un nuovo impiegato?
  15. Hai mai licenziato qualcuno? Quali sono state le ragioni? Come hai gestito la cosa?
  16. Quale credi possa essere l’attività più difficile per un manager?
  17. Quali sono le tendenze principali che individua attualmente nel nostro settore?
  18. Per quale ragione vuoi lasciare il tuo attuale lavoro (nel caso in cui stessi lavorando)?
  19. Come ti senti all’idea di lasciare i benefici di un lavoro stabile e conosciuto per iniziarne uno nuovo?
  20. Quali sono state le caratteristiche o attività più piacevoli nel tuo precedente lavoro? Quali le peggiori?
  21. Che cosa pensi del tuo capo?
  22. Perché non guadagni di più alla tua età?
  23. Quale credi dovrebbe essere il giusto stipendio per questo tipo di lavoro?
  24. Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
  25. Ti senti una persona di successo in questo momento?

 

Previsioni mercato del lavoro in Spagna

L’utilizzo di nuove tecnologie potrebbe creare fino a 218.000 nuovi posti di lavoro in Spagna da qui al 2020, permettendo inoltre un risparmio potenziale di oltre 600.000 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno altri 65.000 milioni di nuovi ingressi che verranno generati tramite la creazione di nuove opportunità imprenditoriali. Queste cifre provengono dallo studio “Spain 20.20”, realizzato dal Club de Excelencia en Sostenibilidad, un’associazione di imprenditori formata da un gruppo di ventidue grandi aziende che scommettono sulla crescita sostenibile, e dieci partner.

Sebbene si tratti di previsioni, forse eccessivamente ottimiste tenendo in conto le condizioni attuali del paese, gli autori dello studio assicurano che per raggiungere questo panorama ideale bisognerà investire oltre 137.000 milioni di euro e poter contare sulla “volontà e il coraggio della società in generale, e che vengano messi gli interessi comuni davanti a quelli individuali, con collaborazioni a lungo termine tra tutte le parti implicate”.

Quel che è certo è che queste cifre sembrano fare a pugni con le previsioni delle autorità economiche: recentemente il Fondo Monetario Internazionale ha affermato che nel 2017 la Spagna avrà un tasso di disoccupazione di circa il 20%. Sono molte le istituzioni che offrono previsioni sul futuro della situazione lavorativa in Spagna, ad esempio Randstad, che prevede che durante la stagione estiva verranno firmati oltre mezzo milione di nuovi contratti, un 2% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Se consideriamo che il lavoro stagionale in estate si basa in gran parte sul turismo incontriamo però subito un’incongruenza: il Banco de España ha previsto di fatto che il settore continuerà anche nel secondo trimestre del 2012 la caduta iniziata nei primi tre mesi dell’anno. In aprile le entrate fatti registrare da turisti non residenti sono diminuite del 1,7% e il numero di prenotazioni alberghiere ha fatto registrare un meno 4,6%. Insomma, come al solito si tratta di previsioni, e proprio per questo questi dati vanno presi con le pinze.