Come Spedire un Pacco dall’Italia in Modo Economico e Sicuro

“Mamma, per favore, mandami mezzo chilo di parmigiano, due o tre pacchi  di caffè , un po’ di quegli insaccati buonissimi della salumeria di Mario e quelle merendine che mi piacevano tanto…”

“Certo figlio mio, che peccato che tu non possa venire questo Natale, ti mando tutto per corriere!”

È vero che alcune mamme italiane si comportano come se non ci fossero supermercati in Spagna. Non dirmi che non ti è capitato che tua madre abbia provato a metterti qualche cosa di buono in valigia quando sei andato a trovarla.

Tuttavia, anche se, fortunatamente, in Spagna ci sono molti supermercati, è una realtà che ci sono alcuni prodotti tipici italiani che ci mancano, e questo accade soprattutto in quelle date speciali, come appunto a Natale.

Secondo i dati del 2022, siamo più di 250.000 italiani in Spagna, di cui solo 60.000 a Barcellona, ​​quasi 40.000 a Madrid ed il resto sparsi tra isole e il resto della penisola. E capita che, chi per problemi familiari o lavorativi, molti di noi non possano tornare a casa per le feste natalizie e di fine anno. In questo caso, diremo Buon Natale ai nostri parenti che sono in Italia per telefono, magari invieremo loro un video su WhatsApp o ci scambieremo gli auguri di buon anno nuovo durante una videochiamata (magari rimpiangendo di non essere seduti a quella bella  tavola imbandita, piena di leccornie tipiche di questo periodo).

Ma tutto questo è molto virtuale, intangibile. Se sai che i tuoi cari vogliono inviarti i regali di Babbo Natale o della Befana, quei prodotti natalizi che tanto ti mancano, oppure semplicemente farti una piacevole sorpresa, parla con loro di SpedireAdesso.com, con cui possono inviarti, ad esempio, un pacco da 20 chili spendendo appena 29,99€, IVA inclusa: è un ottimo prezzo! Inoltre non devono nemmeno perdere tempo portando il pacco da nessuna parte, un corriere lo ritira comodamente a casa.

Se questo Natale devi trascorrerlo in Spagna, SpedireAdesso.com è un buon modo per facilitare ai tuoi parenti l’invio di ciò che più desideri dalla nostra bella Italia. Potranno spedire buste, pacchi e addirittura pallet o bancali. Sicuramente un pacco basterà, ma se i vostri genitori sono un po’ troppo apprensivi e pensano che stiate passando la fame, e magari all’invio si vogliono aggiungere anche zio Antonio e nonna Rosa… bè, a quel punto non è da escludere che vi mandino addirittura un pallet cario di cibo! Anche questo è possibile con SperireAdesso.com, ma in quel caso, assicuratevi che prime abbiano richiesto un preventivo.

Sul sito web c’è una pagina dedicata alle spedizioni in Spagna dove chi vuole inviare un pacco verrà guidato attraverso dei semplici passaggi e dove poter vedere informazioni su costi, tempi di spedizione, come preparare la spedizione, ecc.

Queste sono le quattro città spagnole preferite per vivere e telelavorare tra gli stranieri

L’ascesa del telelavoro ha reso la Spagna una delle destinazioni più importanti come punto per lavorare a distanza. Varie classifiche negli ultimi tempi hanno collocato le città spagnole tra le più desiderate.

InterNazioni una comunità online di lavoratori internazionali, ha sottolineato questa tendenza nel suo sondaggio Expat Insider 2020, che offre una classifica di le migliori città del mondo in cui conciliare lavoro e vita per stranieri.

È stato chiesto a più di 15.000 lavoratori stranieri ed espatriati di valutare 66 città in base a criteri come le opportunità di carriera sicurezza finanziaria, accessibilità di alloggi e assistenza sanitaria, facilità di insediamento, equilibrio tra lavoro e vita privata e qualità della vita urbana.

Le migliori città in cui vivere e lavorare secondo gli stranieri: la Spagna guida la classifica

Il risultato è che 4 città spagnole sono tra le prime 10: Valencia, Alicante, Malaga e Madrid.

1. Valenza, Spagna

2. Alicante, Spagna

3. Lisbona, Portogallo

4. Panamá, Panamá

5. Singapore

6. Malaga, Spagna

7. Buenos Aires, Argentina

8. Kuala Lumpur, Malesia

9. Madrid, Spagna

10. Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti

Cinque delle prime 10 città si trovano nella penisola iberica, con Valencia (1°), Alicante (2°) e Lisbona (3°) in testa, seguite da Malaga (6°) e Madrid (9°).

Cosa apprezzano i lavoratori stranieri nelle città spagnole

Valencia, la migliore destinazione tra tutte

Al primo posto su 66 città del mondo, Valencia è la migliore destinazione per i lavoratori stranieri, secondo l’Expat City Ranking 2020. La città spagnola è tra le prime cinque in tutti gli indici tematici tranne uno. È al primo posto a livello mondiale sia per l’indice di qualità della vita urbana come nel costo della vita locale. In effetti, il 94% degli espatriati valuta positivamente il costo della vita locale (contro il 46% a livello globale) e il 91% ritiene che l’assistenza sanitaria sia facile da ottenere (contro il 74% a livello globale).

Questo pone la città al primo posto nella sottocategoria Salute e Ambiente. Gli stranieri sono anche molto contenti del clima e del clima locale (2°) e delle opzioni per il tempo libero (4°). Con più di quattro espatriati su cinque (82%) dicono che l’alloggio a Valencia è abbordabile (rispetto al 41% globale), è anche il primo in questo fattore. In generale, la città spagnola occupa il terzo posto nell’indice Finance and Housing.

Alicante, in seconda posizione

Alicante si trova tra il tre migliori al mondo negli indici Finance and Housing (2°), Local Cost of Living (2°) e Settlement (1°). Infatti, l’83% degli intervistati si sente a casa (rispetto al 64% globale) e il 68% trova facile fare amicizia ad Alicante (rispetto al 47% globale

Per quanto riguarda le finanze, L’81% degli stranieri è soddisfatto della propria situazione finanziaria (contro il 61% globale). Inoltre, più di due intervistati su tre (68%) affermano che l’alloggio ad Alicante è accessibile (rispetto al 41% complessivo) e l’82% valuta positivamente il costo della vita in generale (rispetto al 46% globale).

Malaga, al sesto posto

La capitale del La Costa del Sol spagnola è la migliore nell’indice di regolamento (2°), dove solo Alicante (1°) è meglio classificata. Malaga è la prima nelle sottocategorie Amici e Socializzazione e Sentirsi benvenuti, con l’87% degli elettori che si sente a casa (rispetto al 64% complessivo). Inoltre, il 77% degli intervistati è soddisfatto della propria vita sociale a Malaga (rispetto al 59% complessivo).

anche la città Risulta molto bene negli indici locali del costo della vita (3°) e della finanza e dell’edilizia abitativa (9°). Quasi nove espatriati su dieci (88%) sono soddisfatti del costo della vita locale (contro il 46% a livello globale) e il 79% è soddisfatto anche della propria situazione finanziaria (contro il 61% a livello globale).

Inoltre, più della metà degli espatriati (54%) descrivi gli alloggi a Malaga come convenienti (contro il 41% globale). Malaga è tra i primi 15 posti nell’Indice di qualità della vita urbana (14°).

Nella TOP-10 entra anche Madrid

Situato al nono posto su 66 destinazioni nella classifica Expat City 2020, Madrid è l’ultima città spagnola ad entrare nella top 10.

La capitale spagnola esce particolarmente bene nell’Urban Life Quality Index (6°), classificandosi all’8° posto nella sottocategoria Tempo libero e clima: più di nove espatriati su dieci (92%) sono contenti delle loro opzioni per il tempo libero (rispetto al 71% globale) , che pone Madrid al primo posto nel mondo per questo fattore.

Si Certamente, In termini di qualità della vita in termini di spese, Madrid trova il suo tallone d’Achille. Il capitale si colloca al 34° posto nell’indice Finance and Housing e solo al 47° nella sottocategoria Finance. Il 30%, infatti, afferma che il proprio reddito familiare disponibile non è sufficiente a coprire tutte le spese (contro il 21% complessivo).

 

Sono stato licenziato: cosa devo fare

È arrivato il giorno tanto temuto, ti hanno licenziato. Magari senza preavviso. È possibile che te lo aspettassi o meno, che sia stato un licenziamento collettivo o che soltanto tu abbia perso il posto di lavoro… poco cambia, il colpo che hai ricevuto è sempre lo stesso e di solito è un duro colpo. Ti continuano a venire in mente due domande: e adesso, come mi mantengo? E anche: come mi rimetto in gioco nel mercato di oggi? Sono domande plausibili ovviamente ed è assolutamente normale che ti creino qualche inquietudine, però prima di pensare a cosa farai nel prossimo futuro è importante non dimenticarsi di quel che succede adesso, ora che hai perso il lavoro. Quali sono i primi passi da compiere?

In Spagna ci sono tre cose importanti da tenere in mente quando si viene licenziati, soprattutto nel caso di un licenziamento in tronco (o despido improcedente, come si dice in spagnolo), senza preavviso o giusta causa che sia.

1. La prima cosa da ricordare e richiedere è la lettera di licenziamento (carta de despido in spagnolo). Questa è la lettera nella quale l’azienda indica dettagliatamente le cause che hanno portato alla decisione del licenziamento, che possono essere cause obiettive, disciplinari o collettive. È un obbligo da parte dell’azienda avvisarti con 15 giorni di preavviso, nonostante questo ci sono aziende che preferiscono pagare questi 15 giorni e fare in modo che tu lasci il lavoro il giorno stesso nel quale ti è stato comunicato di aver perso il posto di lavoro.

Un altro degli obblighi che corrispondono all’azienda che decide di interrompere la relazione lavorativa è quello di comunicarlo per iscritto, tramite appunto la lettera di licenziamento. La cosa più importante di questo documento è la data, che deve corrispondere con il giorno nel quale ti viene consegnata. Questo elemento è molto importante, poiché tutte le procedure burocratiche (per esempio per richiedere il sussidio di disoccupazione, o paro in spagnolo) avranno questa data come riferimento.

Un consiglio: prima di firmare la lettera di licenziamento, barra la casella “no conforme“. Questa precauzione ti da la possibilità di difenderti da un punto di vista legale e, se pensi di farlo, ti presentare un reclamo formale all’azienda. Questa è l’opzione più raccomandabile, molto più utile da un punto di vista legale che rifiutarsi di ricevere la lettera di licenziamento.

2. La seconda cose importante da tenere in mente è la liquidazione (o finiquito in spagnolo) che l’azienda deve corrisponderti. Se ti sono rimasti giorni di vacanze che hai maturato ma non hai usato o qualche pagamento rimasto pendente (compresi i bonus che ti corrispondono), questi concetti dovranno essere riflessi nella liquidazione, secondo il calcolo proporzionale dei giorni fino al giorno del licenziamento.

Inoltre nella liquidazione comparirà la parte proporzionale dei giorni del mese nel quale hai lavorato, le ore extra (se ne hai fatte) e, come detto in precedenza, i giorni di preavviso nel caso in cui decidessero pagarteli per licenziarti prima dei canonici 15 giorni. Questa liquidazione è obbligatoria, indipendentemente dal tipo di licenziamento. Come già detto in precedenza, il mio consiglio è quello di indicare la casella “no conforme” e aggiungere anche, nel caso non ti pagassero al momento (spesso la lettera di licenziamento è accompagnata da un assegno) “cantidades no recibidas” (importo non ricevuto, in italiano). Lo scenario più probabile è quello in cui ti pagheranno tutto e subito, tuttavia nel caso in cui le cose non dovessero andare così, ricorda che hai fino a un anno di tempo per reclamare l’importo che avresti dovuto ricevere.

3. L’ultima, non meno importante, delle cose da tener in mente è l’indennizzo (indemnización in spagnolo). È importante non confondere questa voce con la liquidazione (finiquito) di cui ho parlato in precedenza, poiché mentre quest’ultima viene corrisposta sempre, l’indennizzo ti verrà pagato solo nel caos di un licenziamento “imprecedente” o “objetivo“.

La quantità che verrà abbonata nell’indennizzo dipende da tre fattori: il tuo stipendio, l’anzianità sviluppata sul posto di lavoro e il tipo di licenziamento. I contratti temporanei prevedono il pagamento di un indennizzo solo nel caso in cui si riesca a dimostrare che non si è conclusa la durata del contratto, sebbene in questo caso non si possa parlare strettamente di licenziamento. In questi casi verrà corrisposto al lavoratore un indennizzo compreso tra gli 8 e i 12 giorni per anno lavorato. Se il licenziamento è di tipo “objetivo” il numero di giorni che verranno corrisposti al lavorato re sarà di 20 per anno lavorato, con un massimo di 12 mensilità. Nel caso infine di un licenziamento in tronco (improcedente) verranno pagati al lavoratore 33 giorni per anno lavorato (con un massimo di 24 mensilità) nel caso in cui tu sia stato assunto dopo il 12 febbraio 2012, o 45 giorni per anno lavorato (con un massimo di 45 mensilità) nel caso in cui sia stato assunto prima di questa data.

Carte in regola: gli aspetti burocratici

I tre concetti indicati fino a qui sono il nucleo principale che bisogna tenere in conto nel caso di un licenziamento, tuttavia per realizzare l’iter burocratico necessario è importante anche tenere a mente i successivi documenti:

  • Certificado de empresa (certificato d’azienda). Questo è il documento con il quale si informa al Servizio Pubblico Statale d’Impiego (SEPE o “servicio público de empreo estatal” in spagnolo) che sei stato licenziato e la causa del licenziamento. Normalmente l’azienda non ti consegnerà questo certificato, per questo è di tuo sommo interesse assicurarti che il SEPE l’abbia ricevuto e nel caso non lo avesse ricevuto, reclamarlo tu stesso ai tuoi ex datori di lavoro. Senza questo documento non sarà possibile ricevere il sussidio di disoccupazione (paro).
  • Demanda de conciliación. Se non sei d’accordo con le cause che hanno portato al tuo licenziamento puoi presentare un reclamo in un tempo massimo di 20 giorni dalla data dell’interruzione della prestazione lavorativa. Nel caso in cui volessi percorrere questa strada il mio consiglio è quello di cercare il supporto di un consulente professionale che possa accompagnarti nel iter burocratico che dovrai intraprendere.
  • Sussidio di disoccupazione (paro o prestación de desempleo in spagnolo). La prima cosa da fare è iscriversi al INEM come richiedente di lavoro, una volta presentata questa richiesta potrai fare domanda per il sussidio, dentro i limitio di 15 giorni utili dall’ultimo giorno in cui hai lavorato (è la data indicata dalla lettera di licenziamento, che come ti dicevo è molto importante).




Questi sono gli aspetti più importante da tener in conto quanto si viene licenziati in Spagna. Mi raccomando, controllare sempre date e importi, segnare sempre la casella “no conforme” e in caso di dubbio rivolgersi a un consulente che possa aiutarti a ottenere quello che ti spetta dopo un licenziamento senza preavviso o giusta causa.

3 trucchi per scrivere un curriculum persuasivo in spagnolo

Durante una pigra vacanza a Exmouth, sul confine della Cornovaglia, mi sono detto: bello questo posto, quasi mi cerco un lavoro. Mi ritaglio mezza giornata in cui traduco il mio curriculum in inglese, lo personalizzo un po’, ne stampo 30 e ne consegno 24. Due giorno dopo torno a casa, che mi è finita la vacanza. Passa una settimana, e un datore si fa vivo su Facebook. Ci sentiamo per telefono, concordiamo un colloquio, e riprendo l’aereo per l’Inghilterra. Il giorno dopo, sono assunto. e lì penso: “Wow, è successo davvero.”

Da allora di tempo ne è passato, e insegnare alle persone a trovare lavoro è diventato il mio, di lavoro. Ma in quell’occasione ho capito una cosa: usando le strategie giuste, trovare lavoro non è poi così difficile. In Italia o all’estero. In questo articolo ti do 3 consigli per partire con il piede giusto e compilare un curriculum efficace in Spagna, ma che puoi applicare in tutto il mondo.

1 – Non usare Europass

Se mi potessi scegliere un soprannome, sarebbe “quello che odia Europass”. Non è quindi un caso se sfrutto questo guest post per fare pubblicità negativa al formato che considero una disgrazia, sia per il datore che per il candidato.

In Italia, nonostante venga usato soprattutto dai giovani, molti datori lo aborrano. In Spagna, dove non è così diffuso, il danno è ancora peggiore: con tutti CV ben formattati che il reclutatore vede, l’Europass farà una brutta impressione e ci sono possibilità che venga scartato direttamente.

Ecco i punti critici dell’Europass:

  • Non è flessibile: persone diverse hanno esigenze diverse, a seconda delle loro esperienze e studi. Il curriculum di un dirigente con 20 anni di esperienza sarà diverso da quello del giovane diplomato, nel contenuto e nella forma.
  • È troppo lungo: un curriculum deve essere massimo di due pagine per chi ha molta esperienza, una per chi è entrato da poco nel mondo del lavoro. Questo perché il datore non ha tempo di leggersi pappardelle infinite, e devi essere breve per attirare l’attenzione. Il formato Europass ti obbliga ad essere così prolisso che è difficile scendere sotto le 3-4 pagine, che il datore non leggerà.
  • Mette in risalto le cose sbagliate: questo è un trucco che ho imparato dai miei studi in marketing. La parte più importante del tuo curriculum, di solito esperienza o istruzione, deve essere quella che per prima cattura l’attenzione. Nell’Europass i dati che saltano all’occhio sono l’intestazione “Europass Curriculum Vitae”, nome e contatti. Le cose che realmente contano sono sepolte sotto una montagna di informazioni irrilevanti.
  • Dimostra scarsa creatività: è inutile scrivere che sei un “giovane creativo e dinamico” se usi un formato standard, piuttosto sembri pigro. Come dice il vecchio adagio: non dirlo, mostralo. Usare un formato elegante creato da te è un ottimo biglietto da visita che dimostra, questo sì, la tua dinamicità e creatività.

A questo punto c’è chi dice “hey, io ho trovato lavoro con Europass!”

Certo, ma l’avresti trovato più velocemente con un modello fatto bene.

E altri che dicono “hey, ci sono dei datori che richiedono Europass!”

Certo, ma sono la minoranza. Sono più i datori che lo schifano.

A questo, aggiungi una lettera di presentazione. Attenzione però: fallo solo se hai una buona conoscenza dello spagnolo per due motivi:

  1. Gli errori di grammatica non fanno mai una bella figura.
  2. Se conosci la lingua, lo puoi dimostrare con un testo scritto mediamente lungo.

Una lettera di presentazione deve essere breve, sempre perché il datore non ha il tempo di leggersi un papiro. Mezza pagina basta e avanza per coprire i punti più importanti, ossia:

  • Spiegazione delle tue competenze, e di come possono essere utili per il lavoro che andrai a fare (meglio se personalizzi questa parte per ogni datore).
  • Un elenco puntato con le 3 esperienze più importanti che hai fatto nel mondo del lavoro (puoi mettere la scuola se non hai esperienza).
  • Spiegazione del motivo che ti ha spinto a candidarti per quel lavoro, informazioni di contatto, grazie e buona giornata.

Semplice semplice, senza inventarsi giri di parole inutili. Sii diretto e usa frasi brevi, come sto facendo io in questo articolo. Elimina le parole che non apportano nulla al discorso.

2 – Punta sulle competenze trasversali

Le competenze trasversali sono il punto d’incontro fra due o più competenze per formare un binomio unico. Alcune sono:

  • Esperto di informatica che conosce il marketing.
  • Chef italiano che lavora in Spagna.
  • Scrittore che conosce 3 lingue.

Il mercato del lavoro sta sempre più cercando competenze trasversali, e anche in Italia è una garanzia per trovare lavoro. Ma all’estero diventa una necessità, perché devi convincere il datore ad assumere te invece che uno spagnolo. Parti già in svantaggio.

Usare le competenze trasversali per trovare lavoro all’estero significa, con termini più semplici, “sfrutta il fatto di essere italiano”. Cerca lavori per i quali essere italiano (cameriere in ristorante italiano, insegnante madrelingua) o conoscere l’italiano (traduzione di testi) sia un vantaggio.

Ma non finisce qui.

Questa è una competenza, ma non è trasversale: specializzati anche in una professione specifica, così da poter trovare lavori migliori. Finché sei in Italia e stai progettando un viaggio, accumula esperienza nel settore che vuoi ricoprire in Spagna: se vuoi andare a fare il cameriere, prima diventa cameriere in Italia e ti presenterai come un cameriere con esperienza che sa l’italiano. Trovare un lavoro ben pagato è più facile. Così facendo, un mio amico ha trovato lavoro in uno dei ristoranti più prestigiosi in Australia.

La so l’obiezione: ma trovare un lavoro in Italia è impossibile!

Io ho lavorato sia in Italia che all’estero, e sono d’accordo solo in parte: essere assunto qui è più difficile, ma non impossibile. Di sicuro se non ti impegni a cercare non troverai niente. 😉

Quando ti sei creato una competenza trasversale, puoi sfruttarla al meglio andando in città meno conosciute. Tutti vogliono lavorare a Barcellona, Madrid e Ibiza, e per questo la concorrenza è più alta. Dalla mia esperienza, trovare lavoro in città minori è più semplice. Le città Erasmus sono un ottimo punto di partenza (come Salamanca), perché sono una fonte indiretta di finanziamenti europei (borsa di studio).

In ogni caso, cerca su internet il tasso di disoccupazione per la professione che vuoi fare (informazioni di base qui). I dati che ti servono sono:

  • Tasso di disoccupazione per la tua professione in Spagna e nelle varie regioni.
  • Tasso di disoccupazione per la tua fascia d’età in Spagna e nelle varie regioni.
  • Tasso di disoccupazione generale in Spagna e nelle varie regioni.

Con questi dati puoi capire scientificamente se la tua professione è ricercata in Spagna. Visto che non ci arrivi in 10 minuti di macchina, poter fare tutto questo da casa ti eviterà molti mal di testa (e un possibile biglietto di ritorno anticipato).

Dal tasso di disoccupazione nelle varie regioni puoi capire quanto l’economia sia sviluppata in una zona. Dalla fascia d’età puoi capire… Beh, lo sappiamo. E dal tasso di disoccupazione per la tua professione puoi capire quanto persone come te siano ricercate in quella città.

Idealmente cerchi una città dall’economia fiorente, e bassa disoccupazione per la tua professione nella tua fascia d’età.

È utile anche sapere i dati storici: se l’occupazione è salita negli ultimi anni, è un ottimo momento per trasferirsi in quella città. Qui l’economia spagnola ti aiuta, con una disoccupazione in lento calo.

Una volta che hai tutti questi dati, puoi iniziare a cercare: i miei due siti preferiti sono Primer Empleo e Indeed.es.

3 – Minimizza i problemi per il datore

Questo è un principio da seguire ogni volta che cerchi lavoro: più semplifichi la vita al datore, più hai possibilità di essere assunto.

La maggiore preoccupazione del datore quando vede che sei italiano è la distanza, quindi devi prendere una serie di precauzioni:

  • Prendi un numero di cellulare spagnolo.
  • Dimostra che sai la lingua con una lettera di presentazione ben scritta (falla correggere da un madrelingua, se puoi).
  • Rassicura il datore che non te ne andrai dopo poco per noia.

Il datore potrebbe farsi un’impressione sbagliata di te se, nel curriculum, legge che sei italiano. Questo problema è forte anche se cerchi lavoro in Italia, ma all’estero si fa sentire di più. Per questo dovresti, quando possibile, consegnare il curriculum a mano direttamente a chi lo leggerà: non solo hai fatto bella figura, ma hai anche dissipato i preconcetti negativi che poteva avere su di te e sull’Italia. Fai una bella prima impressione alla consegna del curriculum, e sarai già più avanti di molti candidati spagnoli che hanno usato l’email.

Parti da una posizione di svantaggio rispetto al candidato autoctono. Cerca di rispondere implicitamente a ogni dubbio già dalla lettera di presentazione e nel curriculum. E impara bene, bene, bene la lingua. Meglio la sai, più avrai vita facile. Nel caso della Spagna, tieni conto anche dei dialetti locali: in alcune città si usa quasi solo quello (ad esempio Barcellona).

Non solo: assimila la cultura del Paese che ti ospita. Trova le differenze con l’Italia e apprezzale. Molti italiani viaggiano il mondo con la puzza sotto il naso, come se loro fossero quelli che hanno capito tutto della vita e quelli che fanno in modo diverso sono stupidi. È vero solo quando ci si siede a tavola, altrimenti è un’illusione mentale tipica dell’inconscio: pensa che “diverso” implichi “inferiore.” Non è vero, diverso significa diverso. Non c’è per forza un migliore e un peggiore.




Conclusione

Andare in Spagna può avere risultati misti: c’è chi fa la migliore esperienza della sua vita e decide di rimanerci, e chi se ne torna dopo poche settimane con la coda fra le gambe. Se vuoi far parte della prima categoria, prima di andare dovresti analizzare il mercato e preparare le basi di un lavoro solido. Senza, ti affidi al caso.

Questo significa partire con un curriculum ben scritto, persuasivo e che vada a suscitare l’interesse del datore. Segui questi tre consigli, e ti sarai semplificato le cose.

Il mercato lavorativo spagnolo non è messo molto meglio rispetto a quello italiano, con una disoccupazione alta soprattutto fra i giovani. Vivere e lavorare in Spagna è un sogno, ma questo non significa che puoi sorvolare su aspetti importanti come la ricerca strategica di un lavoro.

Lo so, è una rottura. Ma ti renderai conto che sarà stato un ottimo investimento.

Viaggi di lavoro a Barcellona

Nonostante la ormai nota crisi economica che attanaglia da tempo l’economia mondiale e che, almeno in Europa, sembra aver colpito maggiormente i paesi dell’area del Mediterraneo (Portogallo e Grecia in particolar modo, ma anche Italia e Spagna), ci sono realtà locali che non sembrano dar segni di sofferenza di fronte a questo particolare momento economico, o che per lo meno sono riuscite a reinventarsi in un panorama sempre più dinamico e competitivo.

Un esempio di questo dinamismo e di questa capacità di rinnovamento è Barcellona, la capitale della Catalunya, che negli ultimi anni ha saputo affiancare alla propria consolidata fama di città-paradiso per i turisti, una crescita importante in vari settori, soprattutto legati alle nuove tecnolgie e alle start-up internet. Un esempio di questo sono i numerosi eventi e le fiere di settore che si tengono presso la Fira de Barcelona, il gigantesco recinto feriale che ogni anno ospita circa 70 saloni, a rappresentanza di oltre 30.000 aziende e con una media di visitatori annuali di circa 2,5 milioni, che vengono per assistere ad eventi internazionali sulle ultime novità di settore, come nel caso del Mobile World Congress, Alimentaria o il salone dell’automobile, tutti eventi che fanno registrare un numero di partecipanti davvero imponente.

Allo stesso modo, soprattutto negli ultimi anni, a Barcellona sono nate diverse realtà nel mondo delle start-up internet, con aziende giovani ed estremamente dinamiche che hanno saputo attingere risorse umane dal proprio panorama internazionale della città, dove risiedono migliaia di professionisti provenienti da tutto il mondo. Questa miscela, insieme alla visione fortunata di alcuni brillanti imprenditori locali, ha fatto si che Barcellona si trasformasse nel giro di pochi anni in una delle capitali europee dell’online.

Tutto questo fermento fa si che siano sempre più frequenti i viaggi di lavoro a Barcellona, un fenomeno che si può notare anche dall’aumento delle prenotazioni di voli con compagnie aeree low cost, che da ogni parte d’Europa hanno creato collegamenti diretti con l’aeroporto di Barcelona-El Prat, e camere di hotel con grandi marchi alberghieri che vantano una presenza capillare in tutte le maggiori città europee. Se fino a poco tempo fa chi volava a Barcellona lo faceva principalmente con l’intenzione di trascorrere una divertente vacanza in questa rilassata città sul Mediterraneo, oggi sono sempre più frequenti i passeggeri che, giacca, cravatta e 24 ore alla mano, visitano la Ciudad Condal con l’intenzione di chiudere un affare o conoscere nuovi partner commerciali per ampliare il proprio business.

Una cosa però è chiara: che sia per lavoro o per piacere, visitare Barcellona è sempre un’esperienza unica, ed è probabilmente anche per questa magia che irradia la città stessa, che qui il commercio, il turismo e il divertimento si accompagnano armoniosamente e non vivono lo stesso momento di flessione che si nota in altre realtà europee e non.